Un impianto dentale fisso da la possibilità di sostituire, in tutto o in parte la dentatura mancante, attraverso l’innesto di radici artificiali in titanio che, attraverso il processo di osteointegrazione, permette di applicare una protesi fissa.
La scoperta di questa metodologia è stata merito del Professore e odontoiatra svedese, Branemark risalente alla 1952. Da allora la tecnica ha fatto dei balzi in avanti notevoli, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui, i tempi necessari all’inserimento dell’impianto, dopo l’intervento da parte dell’odontoiatra per realizzare il sostegno della protesi dentaria, è arrivato a soli due massimo tre mesi.
Gli impianti dentali fissi sì sono molto sviluppati negli ultimi tempi grazie, come sopra accennato, ad innovazioni tecnologiche che hanno reso maggiormente sostenibile un intervento implantologico anche da parte di coloro, che prima ne venivano tagliati fuori a causa della scarsità dell’osso mandibolare o mascellare.
La tecnologia di impianto più utilizzata si chiama Toronto Bridge, a questa nel tempo ne sono seguite altre simili.

Quali sono le protesi dentarie fisse su impianti?

Le principali protesi dentarie fisse, per i pazienti che hanno perduto i propri denti oppure ne abbiano parecchi da considerarsi ormai irrecuperabili, sono i classici ponti su impianti che possono essere cementati oppure avvitati. Inoltre esiste anche tecnica chiamata di accoppiamento cono metrico che non richiede l’uso ne di viti ne del cemento, ma solo dell’effetto della morsa che deriva dalla forma del cono. In quest’ultimo caso si può dire che siano molto pochi i casi in cui è possibile applicarla.
Le moderne tecniche di implantologia, dalla Toronto Bridge alle successive e simili, in realtà non presentano grandi variazioni sul tema. Infatti sono destinate allo stesso medesimo scopo, che è quello di installare le protesi fisse totali, facendo leva su impianti particolari perché riguardano, in particolar modo, il ponte circolare così denominato poiché segue la forma dell’arcata.
La tecnica implantologica della Toronto Bridge, prende il nome dalla città in cui, per la prima volta, è stata presentata, ma anche dalla parola bridge, che inglese sta ad indicare il ponte.
Altre tecniche adottano un procedimento del tutto similare, potrebbe cambiare la tecnica di inclinazione dell’installazione delle viti. Solitamente si tratta di quattro oppure sei impianti, in cui in alcuni casi, hanno utilizzano un sostegno ergonomico differente in parte.
Questa modalità di inserimento di alcune viti, serve essenzialmente a seguire l’anatomia nella zona posteriore della bocca, rendendo quindi, non più necessario l’intervento di rigenerazione dell’osso nei pazienti che ne hanno necessità, per mancanza parziale.
Da un esame radiologico delle diverse soluzioni, è facile rendersi conto delle differenze, in quanto nella tecnica Toronto Bridge i perni sono dritti e più corti la dove non è possibile una maggiore penetrazione. Mentre nelle tecniche moderne di impiantologia che si basano su 4 o 6 innesti, l’inclinazione permette maggiore lunghezza dei perni. E’ intuitivo capire che una vite di ancoraggio più lunga offre maggior solidità alla protesi che vi si aggancia.

Quali sono i materiali usati negli impianti dentali fissi?

Per quanto riguarda la tipologia dei materiali utilizzati, i denti possono essere fatti in resina oppure in ceramica, la differenza non è banale, sia in termini di resa estetica, che di durata, ma nel caso di applicazioni meno costose, sì preferiscono i denti in resina.
Un impianto dentale fisso corrisponde ad una piccola vite in titanio che fa le veci della radice naturale di un dente. La vite prende il posto di una radice che ormai non c’è più. Il titanio si è dimostrato biocompatibile con il tessuto osseo, e per effetto della osteointegrazione, viene inclusa nel tessuto naturale diventando così un forte punto di ancoraggio per il dente, che sostituirà quello naturale.
Quando a mancare è solo un dente si può attuare l’innesto di una protesi dentale singola, questa può essere ancorata hai due denti contigui in modo da acquisire stabilità. Quando i denti che mancano sono di più, allora si deve attuare una strategia di posizionamento in cui i denti vicini diventano dei pilastri per quello mancante. È il cosiddetto ponte.
Attualmente per la corona del dente si preferisce che sia realizzata in materiale metal free che corrisponde alla ceramica integrale.

Differenza tra impianto dentale a carico ritardato oppure a carico immediato

Quando si parla di impianti dentali fissi sì citano due particolari tecniche che evidenziano la modalità di inserimento della protesi dentaria.
Quando si parla di carico ritardato si fa riferimento ad una procedura che viene attuata in due fasi. Nella prima fase, viene inserito l’impianto dentale in titanio, direttamente nell’osso. La parte che sporge dalla gengiva è la cosiddetta vite di guarigione sulla quale andrà posta la protesi dentaria definitiva. Il periodo in cui deve avvenire l’integrazione dell’impianto nell’osso è la cosiddetta osteointegrazione, e corrisponde a due o tre mesi.
Dopo questo periodo inizia la seconda fase nella quale si dovrà togliere la vite di guarigione, per inserire il pilastro utilizzato per cementare la corona provvisoria, e in seguito quella definitiva.
Si parla invece di carico immediato quando viene eseguito l’impianto dentale e contemporaneamente installata la corona protesica in via provvisoria.
Dovranno comunque passare due o tre mesi per l’osteointegrazione ma l’effetto estetico è assicurato. I motivi per cui si applica questa tecnica è che i denti da sostituire, si trovano in una posizione con un elevato valore estetico.

Per terminare occorre dire che le tecniche secondo le quali viene inserita la corona sugli impianti dentali, sono essenzialmente due:

  • la corona può essere avvitata semplicemente al suo ancoraggio per mezzo di una vite passante;
  • nel secondo caso la corona viene applicata col cemento.

Non ci sono reali differenze e la valutazione andrà fatta di volta in volta.
La procedura tecnica che permette di eseguire impianti fissi si è enormemente avvantaggiata dall’utilizzo di tecnologie che danno modo di fare delle attente misurazioni e valutazioni molto accurate caso per caso. Nonostante ciò rimane fondamentale il giudizio dell’odontoiatra e della equipe che deve compiere delle scelte strategiche preliminari. Tecnologia e fattore umano costituiscono dei veri e propri protocolli con i quali si sono raggiunte percentuali di successo notevoli e generalizzate su individui di differenti età anagrafica.